Critica
Qualità rara nel cinema italiano, Giorgia Farina cambia lo stile della versificazione e sperimenta una scansione del racconto capace di praticare la leggerezza e il sorriso.
Le sono d'aiuto tre attori e tre lingue che scandiscono una nuova metrica. Jasmine Trinca, Irène Jacob e Clive Owen gravitano attorno a due nodi narrativi, il caso e l'occasione. Il caso offre l'occasione di dare una svolta alla propria vita. I nostri si lasciano tentare nonostante le remore, i traumi, le dipendenze e trasformano la chance in esperienza vitale.
A guidare il gioco e la macchina di questo road movie internazionale, è il protagonista di Clive Owen, giornalista di mezza età che 'barcolla' sul filo dell'ironia e beve fino a scordarsi di sé. Imbattutosi in Allegra, una vicina che ha tutte le fobie del mondo, 'riparte' per un viaggio (reale e metaforico) che si trasforma in una parentesi di libertà, una traversata "spirituale da 0 a 60 gradi".
Punteggiato di luoghi romantici e posti (s)perduti, Guida romantica a posti perduti è una commedia svagata e greve insieme, che flirta con l'abisso ('la grande sete' di Benno) e scandisce la frattura col passato. Passato che i nostri rielaborano avanzando in un viaggio dominato dal caso. Per caso avvengono gli incontri, gli abbandoni, le svolte, i travestimenti, le agnizioni. Il tutto riassorbito in una struttura che trova nel cerchio (di una ruota) la sua figura chiave.
Tutto il film ruota su se stesso e riannoda i fili all'insegna di una dichiarata circolarità che il finale rock chiude ma poi sospende come un bacio mai dato. Come una breccia in cui vorremmo intravedere un avvenire di sobrietà. Con le mani allacciate Allegra e Benno sono pronti a varcare una frontiera, ambigua linea d'arrivo o di ripartenza.
Giorgia Farina firma con misura un 'cinema del disagio' che accompagna due personaggi a pezzi e mai pienamente integrati nel mondo. Due naufraghi sempre sul punto di perdersi nella bottiglia o nel vuoto fuori. Due marginali sul piano esistenziale, non sociologico, che non hanno più certezze dietro cui nascondersi e hanno perso la strada che inseguiva la promessa di felicità. Per questo serve una guida, per questo serve partire, osservare le cose da un'angolatura diversa.
Sulla strada per ragioni distinte e gemelle, usano il tempo del viaggio per disfarsi del disagio che li rode. Sono stranieri all'estero e si guardano finalmente attorno, assimilano e rilanciano, esponendo la forma stabile della commedia romantica all'instabile vitalità del mondo. La loro storia in fondo è tutta qui. Storia di incontri, storia di sguardi, storia di impasse. Con pudore e discrezione, senza colpi di scena o passioni divoranti. Non è un film perfetto Guida romantica a posti perduti ma è un frammento di verità tra versi, prosa e alcool. Tra passi avanti e passi indietro.
Marzia Gandolfi, Mymovies.it, 17 settembre 2020