VENERDì 8 marzo ore 20.30 (Sala Lampertico) SABATO 9 marzo ore 15.45 (Sala Lampertico) DOMENICA 10 marzo ore 15.45 -20.30 (Sala Lampertico) |
Regia
Simone Spada
Genere
DRAMMATICO
Durata
100'
Anno
2018
Produzione
MANUEL TEDESCO, MAURIZIO TEDESCO PER BAIRES PRODUZIONI
Cast
Valerio Mastandrea (Tommaso), Marco Giallini (Giuliano), Anna Ferzetti, Andrea Arcangeli, Massimo De Santis |
Il film diretto da Simone Spada e scritto da Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo, vede protagonisti Giuliano (Marco Giallini) e Tommaso (Valerio Mastandrea). I due sono amici da trent'anni ma li aspettano i quattro giorni più difficili di questa lunga e profonda amicizia.
Come comportarsi quando il tuo migliore amico è in fin di vita? Come comportarsi quando sei tu, ad essere in fin di vita? Come reagire, in sostanza, a una malattia che non lascia scampo? Ruota tutta intorno a simili interrogativi esistenziali il nuovo, prezioso, film di Simone Spada. Una commedia agrodolce nella quale lo spettro della morte è respinto con forza dall’ironia sagace e garbata dei due protagonisti. Un “umorismo malinconico” ma comunque trascinante, marchio di fabbrica dei due sceneggiatori Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo, due degli autori dell’irriverente serie tv Boris. Il ritmo, a dispetto di una normale commedia, è lento ma non per questo penalizzante per l’obiettivo principale: quello di far ridere, riflettere ed emozionare. Quello di raccontare con leggerezza uno dei momenti che accomuna ognuno di noi: la prospettiva della morte.
Sceneggiatura: Giacomo Ciarrapico, Luca VendruscoloTrama
Tommaso vive da tempo in Canada e insegna robotica.
Giuliano è rimasto a Roma e fa l'attore.
Entrambi sono romani "dentro", seppur con caratteri molto diversi: Giuliano estroverso e pirotecnico, Tommaso riservato e taciturno. Giuliano, l'attore vitalista, seduttore e innamorato della vita è condannato da una diagnosi terminale e, dopo un anno di lotta, ha deciso di non combattere più. Ai due amici di una vita rimane un solo compito, il più arduo, quasi impossibile: dirsi addio. E hanno solo il tempo di un lungo weekend, quattro giorni. Quando Tommaso arriva a Roma bastano poche battute per ritrovare la complicità, quella capacità di scherzare su tutto è fondamentale per esorcizzare l'inevitabile. Inizia così per i due amici un "road movie dei ricordi".
C'è qualche conto da chiudere, ma soprattutto un luogo antico e ricco da ritrovare, da ripercorrere, da riconoscere come qualcosa per cui ne è valsa la pena: è lo spazio intatto e inattaccabile della loro amicizia. Con loro "viaggia" un terzo incomodo, Pato, un bovaro bernese dallo sguardo sperduto, che per Giuliano è praticamente un figlio.
Il primo dei conti da chiudere, è trovare una sistemazione proprio a Pato. I quattro giorni della loro ritrovata amicizia sono finiti. Tommaso sta per prendere l'aereo e non si vedranno mai più. Ma il vecchio istrione Giuliano non può lasciare che l'amico gli rubi la scena neanche una volta ed è suo l'ultimo coup de théâtre...Critica
Prezioso non in quanto a originalità - è il remake dell'argentino Truman, ma di film sul tema ne è pieno il cinema, non ultimo Euphoria di Valeria Golino - bensì per il tono che riesce a mantenere dal primo all'ultimo minuto. Un tono smaccatamente tragicomico, come la vita. O come le grandi commedie di un tempo, capaci di far ridere, riflettere e commuovere al tempo stesso.
Il tema è amaro, ma Spada ha il privilegio di consegnarlo a due professionisti capaci di reggere tra le mani senza mai bruciarsi il magma di una storia che ha molto di disperante, eppure alla disperazione nera non cede mai. È un dialogo a due voci malinconico e scanzonato, Domani è un altro giorno, un valzer degli addii che si basa sulla perfetta alchimia della consolidata coppia di amici e colleghi Valerio Mastandrea / Marco Giallini. Quest'ultimo è senza dubbio alla sua miglior prova di attore: dà sfoggio a tutta la sua abilità incredibile - ma sullo schermo credibilissima - nel cambiare continuamente tono ed espressione, passando nel giro di pochi attimi dal riso al pianto, dall'angoscia all'ironia più graffiante.
Istrione più umano dell'umano, Giallini attraversa a testa alta lo spinoso labirinto della malattia, portandoci tutti a riflettere non tanto su cosa sia più giusto fare, ma su cosa sia più umano. È una commedia toccante sull'esistenza e sull'amicizia, questo piccolo grande film la cui forza sta proprio nel non cessare mai di smorzare i toni tra una battuta e l'altra, nel sorvolare la retorica e assestarsi su un piano di amara quanto gustosa ironia che sfiora anche i momenti più cupi del film.
C'è poco da ridere? C'è molto da ridere. Si ride trattando sul prezzo della propria bara come sul camminare "verso il futuro" sulla Rambla piena di giovani sognatori. L'emotività e l'empatia sono talmente alte che basta un vassoio di pastarelle non consegnato a far esplodere l'ilarità, la stessa che invade l'anima corrosa dal pianto. Perché anche nei momenti più drammatici saper ridere, o far ridere, è arte. L'arte della vita. Ecco perché "Succede" è forse la battuta clou del film, affidata a un Mastandrea rassegnato all'accettazione, che ben sintetizza il senso di un'opera assolutamente non a tesi.
L'ottima sceneggiatura firmata da Ciarrapico e Vendruscolo non intende giudicare niente e nessuno, né prendere posizione su dibattiti etici di ampia portata, ma solo raccontare "la vita delle anime" costrette ad affrontare l'ostacolo più detestabile (la malattia, come l'addio) senza rinunciare ad un'ombra di leggerezza che renda tutto più vero e sopportabile. Non si fa in tempo a riflettere su "cosa resta" che arriva, immediata, una grande fame di vita e di condivisione, che questo film ha il merito di saper contagiare.
Claudia Catalli, mymovies.it, 22 febbraio 2019
Una leggerezza che non sminuisce il peso di un simile argomento ma lo pone sotto una luce meno angosciante. Una lentezza con la quale il regista riesce pienamente a rappresentare l’interruzione di una vita normale, forse felice, con il ritmo delle giornate che si allunga per il pensiero costante dell’aldilà. Ed è facile immedesimarsi nei protagonisti perché tutti abbiamo un migliore amico, dei cari, una famiglia che temiamo di perdere o un fratello o una sorella che non accetterebbero la nostra decisione di non lottare per vivere, nel film personaggio interpretato da un’intensa Anna Ferzetti.
Valerio Mastandrea che nel film Euforia di Valeria Golino e nella serie Rai La linea verticale si trovava dall’altra parte della barricata, qui osserva quasi in disparte il suo migliore amico malato ma sempre vitale e, pur senza grandi slanci, riesce a comunicare tutto il dolore e il sentimento profondo per Giuliano. Ma non si risparmia nelle battute, sempre misurate, tipiche di quello spirito “romano” del quale uno degli esponenti del nostro cinema è anche lo stesso Marco Giallini. Qui le sue risate sono sommesse, piene di malinconia, la scorrettezza e la sfrontatezza tipiche dei suoi personaggi lasciano il posto allo sguardo sofferto di un uomo che fa tutto quello che ama per l’ultima volta: recitare, abbracciare forte suo figlio, ridere con il suo migliore amico, ubriacarsi, cucinare per le persone che ama, accarezzare il suo adorato cane.
In Domani è un altro giorno la realtà si mescola con la finzione e il risultato è ancora più emozionante. Sarà sicuramente stata una scelta scontata quella dei produttori e del regista di far incarnare Giuliano e Tommaso proprio da Giallini e Mastandrea: non solo due dei più quotati interpreti italiani ma anche migliori amici nella vita. Non è difficile immaginare nei loro sguardi di complicità quella verità che aggiunge valore a un film che parla proprio dell’importanza dei sentimenti, dell’amore, della famiglia, dell’amicizia. Quell’amicizia immortalata in una foto dei due attori insieme su un set anni fa mostrata nel film come un ricordo di Giuliano e Tommaso.
Rapporto omaggiato anche dalla sottile citazione pronunciata da Mastandrea che ricorda il compianto regista Claudio Caligari che li volle insieme in L’odore della notte del 1998, un cult fondamentale nella filmografia della coppia Giallini/Mastandrea: “Uccidete la sirena” una delle battute del suo ultimo film Non essere cattivo.
Caterina Sabato, Cinematographe.it, 22 Febbraio 2019Altre informazioni
Fotografia: Maurizio Calvesi
Musiche: Maurizio Filardo
Montaggio: Clelio Benevento
Arredamento: Alessandro Bigini
Costumi: Elena Minesso
Tratto da: film 'Truman - Un vero amico è per sempre' di Cesc Gay
Simone Spada
Nato nel 1974 a Torino. Vive a Roma e lavora come aiuto regista. Nel 1998 frequenta uno stage di regia presso la USC Film School di Los Angeles. Dal 1999 a oggi lavora con diversi registi tra i quali Wilma Labate, Giuseppe Piccioni, Valerio Jalongo, Vincenzo Marra, Camilla Costanzo, Catherine Mc Gilvray.
(Courtesy of TFF)
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