Critica
Finalmente una commedia italiana che, invece di risolversi in una serie di scene comiche legate col filo bianco, immagina un soggetto vero, dove gli episodi si sviluppano in modo coerente. Circondandosi di un sostanzioso gruppo di attori, Massimiliano Bruno li guida a fare squadra come nelle migliori commedie all'italiana. Il gruppo di simpatici 'poracci' evoca, a tratti, 'I soliti ignoti': il che, senza azzardare confronti, è già qualcosa. Divertente ricordare che Giallini era Il Terribile nella serie 'Romanzo criminale'.
Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 10 gennaio 2019
Ecco la commedia fantascientifica che mancava in cui il culto metacinematografico di 'Romanzo criminale' film (2005) e adattamento tv (2008) si sposa con la formula comica dell'immarcescibile 'Non ci resta che piangere' (1984) del tandem Benigni-Troisi. Già i Manetti Bros. avevano ironizzato in 'Ammore e malavita' (2017) circa il valore turistico dei luoghi di 'Gomorra' serie tv. Qui si smorza il revival anni 80 di un'epoca senza marmitte catalitiche, sigarette elettroniche e dove i pelati venivano considerati dei reietti sociali (uno dei tre amiconi lo è). Più importante dell'ormai insopportabile ammiccamento allo spettatore quarantenne (sono 12 anni, da 'Notte prima degli esami', che si celebrano gli 80) è sopravvivere ai malavitosi, magari innamorarsi o chiedere per la prima volta scusa. (...) Tognazzi-Gassmann-Giallini sono un trio da rinnovare (già si immagina un sequel) ma rubano la scena anche una sgargiante Ilenia Pastorelli e un inedito Leo dalle parti de Lo Zingaro di 'Lo chiamavano Jeeg Robot', ovvero cattivo dannatamente carismatico e forse pure bisessuale. Alla regia l'esperto Massimiliano Bruno arrivato con il suo sesto film al battesimo del sangue grazie a una sceneggiatura scritta con gli ottimi Guaglianone, Menotti e Bassi dove a spararla grossa non sono solo i comici. Ma anche le pistole.
Francesco Alò, 'Il Messaggero', 10 gennaio 2019