MARTEDì 24, MERCOLEDì 25 settembre 2019 ore 15.30 - 18 - 20.30 GIOVEDì 26 settembre 2019 ore 15.30 - 17.30 - 20 - 22 |
Regia
Wayne Roberts
Genere
DRAMMATICO
Durata
90'
Anno
2018
Produzione
WARREN CARR, BRIAN KAVANAUGH-JONES, GREG SHAPIRO PER GLOBAL ROAD ENTERTAINMENT
Cast
Johnny Depp (Richard), Zoey Deutch (Claire), Danny Huston (Peter), Rosemarie DeWitt (Veronica), Farrah Aviva (Lily), Odessa Young (Olivia) |
Quando Richard, professore universitario di mezz'età, scopre di avere un cancro allo stadio terminale, decide di rivoluzionare la sua vita e godersi a pieno il tempo che gli rimane. La sua complicata relazione sentimentale e la sua poco soddisfacente vita lavorativa subiscono così un cambiamento brusco e repentino. Inaspettatamente l'avvicinarsi della sua morte aiuterà chi gli sta vicino a ritrovare la gioia di vivere.
(...) il cuore di questo buffo film è più nel rapporto tra il prof morituro e moglie adultera nonché figlia ribelle. In entrambi i casi la fine imminente lo potrebbe aiutare a capire per la prima volta tutti i suoi fallimenti di padre e marito. Depp ci mette l' anima. È una delle sue prove migliori degli ultimi anni. (...) Un Johnny Depp perfetto nei panni di un professore sopra le righe è il protagonista di un film drammatico, non particolarmente originale nei presupposti. La filmografia sul male del secolo è folta come purtroppo il numero delle diagnosi ma stavolta a sorprendere non è la disperazione che avvolge i familiari di un malato e la sua strenua lotta contro la patologia bensì l'atteggiamento verso i valori e tutto quel che resta. Perché ciò che distingue chi ha un destino segnato da chi fortunatamente non lo ha è proprio la capacità di attribuire un peso anche ai versanti apparentemente più scontati. Quelli che passano via. Quelli che è naturale che sia così. Quelli che sembrano tanto effimeri da nascondere le radici della loro importanza agli occhi superficiali dei distratti. 'Arrivederci professore' è l'addio di un uomo che sceglie la dignità, una lezione poco scontata al giorno d'oggi. E un film decisamente lontano dai toni tipici dei titoli dell'estate che non fa però del dramma cupo e lacrimevole la sua cifra stilistica più evidente. Più che a L'attimo fuggente, ancora oggi principale modello di ogni film che descriva l'istituzione scolastica come fucina di giovani da liberare dal giogo delle convenzioni, Arrivederci professore, pur nel suo elogio del pensiero non allineato, sembra guardare soprattutto ad American Beauty, alla crisi di mezza età di un uomo che toglie il velo della finzione dalla sua vita pubblica e privata. Arrivederci Professore non ha alcuna voglia di elevarsi a racconto formativo, perché ha più bisogno di distruggere che di costruire. Nasce così una dark comedy dalla morale corrosiva, la storia di un uomo per troppo tempo rimasto invischiato nei canoni borghesi che, finalmente, si ribella. La scintilla, come spesso capita, è la malattia. Quella reazione chimica insegnata da Walter White di Breaking Bad arriva all'orecchio di uno spento professore di letteratura. E rieccoci davanti al paradosso della spinta vitale che arriva solo davanti alla prospettiva della morte. Del carpe diem pieno di pentimento per il tempo sprecato. Arrivederci Professore è un film onesto e sincero che tratta la tematica delle relazioni sociali, di ogni tipo, capace di oscillare tra un’autentica tragicità e una bieca demenzialità. Giocando tra estremi, il regista e sceneggiatore Wayne Roberts, insieme a una fotografia lineare e una colonna sonora molto presente, riesce a creare un prodotto intelligente, drammatico e in grado di divertire, pur analizzando un problema molto delicato.
Soggetto: Wayne RobertsTrama
Critica
Francesco Alò, 'Il Messaggero', 20 giugno 2019
Stefano Giani, 'Il Giornale', 20 giugno 2019
Il Richard di Johnny Depp è più vicino al Lester Burnham di Kevin Spacey che non al professor Keating di Robin Williams; lo dimostrano anche le riprese delle cene nella casa agiata e borghese - con la famiglia seduta a tavola come su un palcoscenico - che rimandano a quelle analoghe del film di Sam Mendes: un mondo ordinato e asettico progressivamente scardinato da una ribellione salvifica e disperata.
Composto nell'aspetto e controllato nella recitazione, via via che il percorso di liberazione del suo personaggio prosegue, Depp veste i panni ormai soliti del freak stralunato e più ancora del dandy decadente e decaduto, in una stretta confluenza di esigenze drammatiche e riferimenti autobiografici.
Le sparate anti-femministe di Richard, le battute contro i futuri politici di domani, l'ironia verso il dolore dell'amico Peter (Danny Huston) o il rifiuto di ogni compromesso con il potere (rappresentato dal rettore interpretato da Ron Livingston) assumono perciò un tono di critica alla società ancora più forte perché espresso dalla voce di Depp, attore da tempo in cerca di riscatto e celebrità ormai ingabbiata nella doppia immagine dell'eroe maledetto e del maschio violento.
In realtà, il regista e sceneggiatore Wayne Roberts non ha il coraggio e la forza di portare fino in fondo il potenziale distruttivo del suo film e nella seconda parte immette la parabola del personaggio nei binari rassicuranti di una storia di perdono e accettazione, soprattutto verso la moglie tradita e traditrice e la figlia apertamente omosessuale.
La presunta assenza morale sfocia in una dolcezza malinconica che tutto abbraccia e tutto sopisce, compresa la rabbia grottesca di Johnny Depp e di quel suo iniziale «cazzo» ripetuto più e più volte, in sfregio alla malattia e alle ingiustizie del destino.
Roberto Manassero, Mymovies.it, 12 giugno 2019
Senza piangersi troppo addosso e senza mai diventare melenso, Arrivederci Professore sceglie la via dell'ironia per curare un Johnny Depp pronto a rivoluzionare quel poco che gli resta da vivere. Accade tutto in un film che rimane a metà strada tra il sovversivo e il canonico, il desiderio di rivoluzionare un canone e il bisogno di rispettarlo. (…) Molto simile ad American Beauty nel mettere in scena una crisi di mezza età aggravata dal cancro, Arrivederci Professore si sofferma sulla sfera degli affetti, sui mariti falliti, sulle moglie infedeli, sui padri disattenti. Peccato che il rapporto tra Richard e i suoi alunni, enfatizzato sin dal titolo, sia forse l'elemento più debole del film. Privo di un vero collante la relazione mentore-allievi si riduce soltanto a qualche siparietto molto (troppo) scolastico sull'importanza del cambiamento e sulla rottura delle campane di vetro che ci vincolano dentro le nostre zone di comfort.
Nelle zone di comfort, invece, ci resta il film. Potenzialmente anarchico nel messaggio, Arrivederci Professore avrebbe potuto calcare la mano e andarci giù pesante con la sua critica alle convenzioni borghesi, con il suo spirito distruttivo rivolto a tutto ciò che è socialmente accettabile e accettato. Purtroppo Roberts preferisce essere più convenzionale, affidandosi a un Johnny Depp dolente, finalmente svestito degli eccessi e delle maschere che lo hanno soffocato per troppo tempo.
Fa piacere ritrovarlo meno esagitato del solito, nei panni di un uomo ordinario, portato all'eccesso soltanto dalla necessità di risvegliarsi da un lungo torpore. Lontano dalla sua ormai abituale recitazione sopra le righe, Depp fa marcia indietro mentre il suo personaggio spinge sull'acceleratore. Il risultato è un personaggio insolito, inquieto, imprevedibile, dotato di una sincerità scomoda quanto salvifica. Tutte qualità che rendono Arrivederci Professore la storia paradossale di un uomo che guarisce poco prima di morire.
Giuseppe Grossi, Movieplayer.it, 20 giugno 2019
Johnny Depp, finalmente, non dona il proprio volto a una maschera, non agisce da caratterista, non è un eccentrico pirata, ma rappresenta la semplicità di uomo in carne e ossa che fatica a gestire una situazione che appare oltre il proprio controllo. Eppure, il personaggio protagonista di Arrivederci Professore ha notevoli assonanze con un lato della vita biografica e privata dell’attore. È come se il film fosse un’ora e mezza di quel Johnny Depp che interpreta praticamente se stesso, con occhiali da sole, costantemente ubriaco e con uno stravagante modo di rapportarsi alle persone.
Tommaso Paris, Cinematographe.it, 15 Giugno 2019Altre informazioni
Sceneggiatura: Wayne Roberts Fotografia: Tim Orr
Musiche: Aaron Dessner, Bryce Dessner
Montaggio: Sabine Emiliani
Scenografia: Annie Beauchamp
Arredamento: Shannon Gottlieb
Costumi: Carla Hetland
Effetti: Romald Geoffery (Geoffery Antony) - (supervisore, visivi), Oblique FX
Suono: Luc Boudrias
credits: