Critica
Nel mondo dello spettacolo italiano vi sono personaggi inossidabili. La scomparsa dal piccolo schermo li consegna all'oblio, ma quando meno ce lo si aspetta sbucano fuori in contesti insospettabili. Ci voleva il regista svizzero Denis Rabaglia a mettere insieme nello stesso cast Diego Abatantuono, l'eterna Sandra Milo e Roberto Ciufoli, ex Premiata Ditta. I tre attori, circondati da un cast variegato, danno vita a un film tanto improbabile quanto divertente dal titolo rivelatore, Un nemico che ti vuole bene.
Diego Abatantuono interpreta l'astrofisico Enzo Stefanelli, Professore all'Università di Bari, costretto a fare i conti con una famiglia di parassiti, interpretati da un cast eterogeneo. La moglie (Gisella Donadoni) rifiuta le sue attenzioni ed è sempre via, così come la figliastra Angela (Annabella Calabrese), impegnata a perseguire una dispendiosa carriera da cantante lirica pur non avendo alcun talento. Il fratello di Angela rivolge la parola al patrigno solo per chiedere soldi. Quanto all'anziana madre di Enzo (Sandra Milo) è presa dai suoi due hobby, il bridge e le sigarette, e riversa il suo affetto solo sull'altro figlio, il lavativo Don Gregorio (Roberto Ciufoli). In compenso l'ex della moglie (Massimo Ghini) è sempre nei paraggi. Con questo esoso nucleo da foraggiare e di fronte alle frustrazioni dovute a una carriera accademica non troppo brillante, una notte Enzo si trova a soccorrere un giovane uomo ferito da una pallottola (Antonio Folletto) e apprende che si tratta di un killer su commissione di nome Salvatore. La trama entra nel vivo quando, una volta rimessosi, il killer decide di ringraziare il protagonista offrendogli i suoi servigi. Enzo dovrà identificare un nemico da far eliminare, ma come scegliere quando i nemici sono così tanti e quasi tutti fanno parte del proprio nucleo familiare?
Scatenata commedia degli equivoci, nonostante alcune scelte narrative sgangherate Un nemico che ti vuole bene si rivela un lavoro divertente che strappa risate agendo su vari livelli. A metà tra commedia e pamphlet pirandelliano, il film gioca sul motto "niente è come sembra" mettendo in scena una serie di personaggi buffi e idiosincratici per poi scoprire le carte rovesciandoli nel loro opposto. Senza entrare nel dettaglio, il film riserva sorprese su sorprese. I colpi di scena non mancano e in alcuni casi è davvero difficile prevederli visto che sono frutto di scelte narrative astruse. Denis Rabaglia e il nutrito team di sceneggiatori, tra i quali figura lo stesso Diego Abatantuono, mettono in piedi una serie di stereotipi per poi rovesciarli nel loro opposto, il tutto con esiti davvero curiosi.
A questi meccanismi comici, e al tocco "esotico" di Rabaglia, si aggiunge la naturale verve di Diego Abatantuono. Il comico milanese non ha bisogno di fare fatica per strappare qualche risata, la sua verve è sufficiente a far ridere non appena apre bocca e lui, da attore consumato quale è, ne è perfettamente consapevole. Così, pur mantenendo una certa misura sul set (nella vita è decisamente più scatenato), i suoi duetti con la madre snaturata Sandra Milo, con la figlia stonata e col giovane killer (che Antonio Folletto interpreta con grazia e convinzione) si rivelano uno più gustoso dell'altro.
Parlare di sospensione dell'incredulità, nel caso di Un nemico che ti vuole bene, è d'obbligo. Il film affonda le radici in una sorta di confuso realismo magico e, pur traendo lo spunto da una storia realmente accaduta in Georgia, le incongruenze abbondano. Per godersi appieno un film che ha l'ambizione di fornire uno spaccato sociale, puntando il dito contro l'egoismo e il disinteresse che albergano all'interno dello stesso nucleo familiare, è necessario non focalizzarsi troppo sulla logica e lasciarsi andare agli eventi che si susseguono con ritmo scoppiettante.
Nonostante la fattura tecnica non eccelsa, a colpire in Un nemico che ti vuole bene è la varietà di toni. Indeciso sulla linea da seguire, Denis Rabaglia alterna noir, commedia, slapstick e momenti di assoluta malinconia. In un altro film questo andamento schizofrenico creerebbe una frizione nelle aspettative dello spettatore, ma il film di Rabaglia è talmente sui generis che in questo caso il cambio di passo incuriosisce e mantiene viva l'attenzione. Curioso anche l'uso delle location, visto che il regista svizzero fotografa Bari come un'ordinata e linda città del nord. Il modo in cui viene mostrato il capoluogo pugliese e l'insistita presenza del verde e della natura farebbero pensare più a Trieste che a Bari, creando un curioso scollamento rispetto a chi la città la conosce realmente, per non parlare del melting pot degli accenti del cast. Abatantuono e Abatantuono e Sandra Milo si esprimono nel dialetto natale, i figli si cimentano nel pugliese, Massimo Ghini sfodera un improbabile toscano. Da questa collisione tra ordine (svizzero) e caos ne nasce un film improbabile, sgangherato, sorprendente, ma soprattutto divertente. Da gustare sorseggiando un Merlot (in mancanza va bene anche una tavoletta di cioccolata svizzera).
Valentina D'Amico, Movieplayer.it, 04 Ottobre 2018
L’intrigante soggetto alla base di Un nemico che ti vuole bene si deve a un curioso aneddoto narrato dal regista e sceneggiatore polacco Krzysztof Zanussi proprio a Rabaglia, cha a sua volta l’aveva saputo per conto suo durante una cena. La storia di un uomo cui viene regalata la possibilità di vedere polverizzata, a costo zero, una qualsiasi delle persone che costellano la propria vita ha subito catturato l’attenzione del regista di Azzurro (2000) e Marcello Marcello (2008), evidentemente solleticato dall’idea di realizzare un film atipico. Un nemico che ti vuole bene non somiglia, in effetti, a nulla di quanto visto nei tempi recenti della commedia italiana, pallida e insediata su schemi prefissati che paiono ormai meccanici e ridondanti.
Considerando l’insieme di film in cui va a inserirsi, quello di Rabaglia è un esperimento riuscito: la commedia si tinge di toni da black comedy, un genere che in effetti ha trovato terreno fertile nel nord Europa più che nel belpaese, e Un nemico che ti vuole bene diviene un film di cui risulta impossibile non apprezzare le alte e valide intenzioni. Fondamentale è l’apporto di performance attoriali sopra la media, specialmente quelle del duo protagonista composto da Folletto e Abatantuono, solito fuoriclasse che rimane impeccabile in presenza e tempi comici.
A tutto questo si aggiunge un coronario di star più o meno note, da Massimo Ghini a Sandra Milo, dal giovane Mirko Trovato (Braccialetti rossi) alla rivelazione Annabella Calabrese, eccentrica figliastra dall’inconfondibile e comica inflessione barese. Quando ci si sposta verso nord, passando dalle ambientazioni marittime pugliesi (rese sempre in toni freddi) alle terre glaciali di Gstaad, Un nemico che ti vuole bene chiude con un terzo atto che giunge a evocare i thriller scandinavi, forse persino la città belga di In Bruges (Martin McDonagh).
Nonostante tutto ciò che vi è d’apprezzabile, ed è non poco, Un nemico che ti vuole bene è un’opera spesso indecisa o, piuttosto, decisamente incline alla comicità e alla risata. Quello che viene a mancare è, in pratica, un’adatta controparte dark che si chiede al raffinato e delicato genere della commedia nera (anche pretendendola un po’).
L’azzardo nell’offrire qualcosa di cupo, di un elemento sconvolgente che dovrebbe depistare con svolte imprevedibili e violente le vite di più protagonisti, non è riscontrabile nel film di Rabaglia, che predilige la leggerezza anche in scenari folli. Allo spettatore rimane, alla fine dei giochi, “solo” una bella storia diversa dalle solite; il che, malgrado l’occasione sprecata, può essere già abbastanza nel panorama italiano.
Federica Cremonini, Cinematographe.it, 2 ottobre 2018